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Caviglia rotta

Caviglia rotta: cause, sintomi e trattamenti

Una caviglia rotta è una caviglia fratturata. Ciò significa che una o più delle ossa che compongono l’articolazione della caviglia hanno subito fratture, quali possono essere più o meno gravi. Approfondiamo.

Caviglia: cenni anatomici

L’articolazione della caviglia o articolazione talo-crurale collega la gamba al piede. È costituita da 3 ossa:

  1. tibia, l’osso più grosso della gamba;
  2. perone, l’osso più piccolo della gamba;
  3. astragalo o talo, un piccolo osso che si trova tra l’osso del tallone (calcagno) e l’osso della tibia e del perone.

Di queste ossa, sono visibili 2 malleoli:

  1. malleolo mediale o malleolo tibiale, la prominenza ossea sul lato interno della caviglia, corrispondente all’estremità inferiore della tibia;
  2. malleolo laterale o malleolo peroneale, la prominenza ossea sul lato esterno della caviglia, corrispondente all’estremità inferiore del perone.

Alcune classificazioni includono anche un terzo malleolo, definito impropriamente malleolo posteriore. In verità, si tratta più correttamente della sezione posteriore dell’estremità distale della tibia.

A stabilizzare tutte queste porzioni ossee deputate a costituire l’elemento articolare vi sono, infine, numerosi legamenti.

La caviglia è un’articolazione detta in carico, poiché sostiene tutto il peso del corpo corporeo. E proprio per via della sua funzione di supporto – conseguenza della sua collocazione anatomica – la caviglia è particolarmente soggetta a infortuni, quali: distorsionie fratture.

Caviglia rotta: classificazione

Sono i tipi di frattura della caviglia:

  1. frattura unimalleolare, caratterizzata dalla rottura di uno tra il malleolo tibiale e il malleolo peroneale;
  2. frattura bimalleolare, contraddistinta dalla rottura di entrambi i malleoli;
  3. frattura trimalleolare, contrassegnata dalla rottura dei malleoli tibiale e peroneale, e della sezione distale-posteriore della tibia (conosciuta anche come frattura di Pott);
  4. frattura dell’astragalo, in cui l’osso che va incontro a rottura è – com’è facilmente deducibile –l’astragalo.

Il 60-70% delle fratture alla caviglia è unimalleolare; il 15-20% è bimalleolare; il 7-12% è trimalleolare. Infine, la restante percentuale riguarda l’astragalo.

Nella maggior parte dei casi, questi traumi coinvolgono anche i legamenti.

Le caratteristiche

In base alla posizione che assumono i frammenti ossei successivamente alla rottura, si possono verificare:

  • frattura composta della caviglia, in cui i frammenti conservano la loro posizione anatomica;
  • frattura scomposta della caviglia, in cui i frammenti dell’osso fratturato sono spostati rispetto alla loro posizione anatomica naturale (infortunio più grave).

In base al numero di punti di rottura, si distinguono, invece:

  • frattura semplice della caviglia, con un solo punto di rottura e, quindi, due frammenti;
  • frattura pluriframmentaria (o comminuta) della caviglia, con più punti di frattura a cui conseguono più frammenti ossei.

Infine, in base alla presenza o meno di protrusione (fuoriuscita) dell’osso, si definiscono:

  • frattura aperta della caviglia, quella in cui l’osso rotto lacera la pelle e fuoriesce, quale può generare oltre che un’infezione cutanea anche lesioni muscolari e deformità scheletriche;
  • frattura chiusa della caviglia, quella in cui non vi è alcuna fuoriuscita di alcun frammento osseo.

Frattura della caviglia: cause e fattori di rischio

Le cause comuni di una caviglia fratturata sono:

  • l’eccessivo movimento di rotazione interna (inversione) o esterna (eversione) del piede (dinamica d’infortunio tipica negli sportivi);
  • le cadute accidentali;
  • i salti da un’altezza eccessiva (tipici per le fratture dell’astragalo);
  • gli incidenti automobilistici o motociclistici.

Secondo alcuni studi statistici, a favorire la rottura della caviglia possono contribuire:

  • il sovrappeso e l’obesità;
  • il fumo di sigaretta.

Caviglia rotta: sintomi

Una frattura alla caviglia si manifesta tipicamente con: 

  • dolore, che si accentua quando il piede è sotto carico;
  • gonfiore localizzato al malleolo o diffuso lungo tutta la caviglia e il piede;
  • ematoma locale; 
  • difficoltà a camminare (zoppia);
  • ridotta mobilità articolare;
  • deformità scheletriche locali.

Frattura della caviglia: trattamenti

Le regole di primo soccorso per una frattura della caviglia – incluse nel protocollo PRICE – sono:

  • Protection (protezione), applicare un bendaggio, una stecca o un immobilizzatore attorno all’area dolente per proteggere la lesione;
  • Rest (riposo), evitare di caricare il peso sulla caviglia lesa;
  • Ice (ghiaccio), applicare un impacco di ghiaccio avvolto in un panno (e non direttamente a contatto con la pelle) per 10-15 minuti, più volte al giorno;
  • Compression (compressione), fasciare la caviglia con una benda elastica o indossare una calza a compressione per ridurre l’eventuale gonfiore;
  • Elevation (elevazione), sollevare la caviglia più in alto rispetto al cuore in modo da favorire il ritorno venoso.

Dopodiché, in relazione all’entità dell’infortunio, si prosegue con la terapia conservativa o quella chirurgica.

Trattamento conservativo

È l’approccio usato per le fratture meno gravi, quale include:

  • riposo;
  • immobilizzazione dell’arto inferiore interessato tramite gessatura;
  • uso delle stampelle per evitare di caricare l’articolazione rotta;
  • fisioterapia, comprendente esercizi propriocettivi, mobilizzazione articolare e rinforzo muscolare.

Trattamento chirurgico

Per le fratture della caviglia più severe, invece, è indispensabile ricorrere alla chirurgia, per il riposizionamento delle ossa fratturate nella loro sede naturale.

Per fratture severe della caviglia s’intendono: le fratture bimalleolari e/o trimalleolari, quelle scomposte, pluriframmentarie e aperte.

A seguito dell’intervento è comunque sempre necessario affrontare un percorso di fisioterapia riabilitativa.

Tempi di recupero

Una frattura di lieve entità guarisce tra i 3 e i 4 mesi, quelle più severe richiedono circa 5-6 mesi.