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Corpo di Hoffa

Corpo di Hoffa: cosa fare quando s’infiamma

Data la vicinanza del corpo di Hoffa con altre strutture del ginocchio, la sua infiammazione può essere facilmente confusa con patologie di altro genere. Occorre, dunque, un approfondimento.

Corpo di Hoffa: cos’è

Il corpo di Hoffa, noto anche come corpo adiposo di Hoffa o tessuto adiposo di Hoffa, è una componente dell’anatomia del ginocchio: è un cuscinetto che si trova tra la rotula e il femore, dietro al tendine rotuleo. 

Il tessuto adiposo di Hoffa è mobile e può cambiare la propria forma, posizione e volume in base alla posizione del ginocchio. Serve, infatti, ad ammortizzare i movimenti, ad attutire gli attriti e a stabilizzare l’articolazione.

Corpo di Hoffa: cosa succede quando s’infiamma

La condizione infiammatoria a carico del corpo adiposo di Hoffa è detta sindrome di Hoffa o Hoffite.

Cause e fattori di rischio

L’Hoffite è provocata dal sovraccarico funzionale: una condizione di stress eccessivo e prolungato che supera la capacità di recupero del ginocchio. Ciò si verifica:

  • in chi pratica sport che richiedono ripetuti salti o lunghe corse senza adeguata preparazione;
  • in chi assume abitualmente posture scorrette, quali creano iperestensione nell’articolazione.

Alla sindrome di Hoffa, inoltre, sembrano essere predisposti:

  • chi ha una rilevante lassità legamentosa;
  • le donne giovani.

Sintomi

I principali sintomi sono:

  • dolore, bruciante e profondo, localizzato alla parte anteriore del ginocchio;
  • dolore durante i movimenti, soprattutto alla flessione;
  • edema nella parte anteroinferiore e ai lati del tendine rotuleo.

Diagnosi

Per una diagnosi certa è necessario effettuare una visita specialistica con un ortopedico, il quale si servirà – oltre che dell’anamnesi e dell’esame obiettivo – anche di esami diagnostici come la risonanza magnetica.

Sindrome di Hoffa: trattamento

La terapia prevista per l’Hoffite è, generalmente, di tipo conservativo e consiste in:

  • riposo dall’attività fisica;
  • impacchi di giaccio, 4-5 volte al giorno per 15-20 minuti per volta;
  • fisioterapia, quale prevede – nella fase iniziale – tecarterapialaserterapia e onde d’urto; superata l’infiammazione acuta, invece, si procede con esercizi di mobilità articolare, di rinforzo muscolare e di carico.

Quando l’approccio conservativo non ottiene un significativo miglioramento della sintomatologia, è consigliato il trattamento chirurgico.