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Cicatrice ipertrofica

Cicatrice ipertrofica: come trattarla con la fisioterapia

La cicatrice ipertrofica è un tipo patologico di cicatrice, il risultato di un anomalo processo di cicatrizzazione dei tessuti lesi in seguito a un’ustione, una ferita accidentale o un taglio chirurgico. Tipicamente, si presenta arrossata, inspessita e sollevata rispetto alla cute.

Cicatrici patologiche: i tipi

Sono 3 i tipi di cicatrice patologica più diffusi.

  1. Cheloide: è un esito cicatriziale dovuto a un’eccessiva produzione di fibroblasti, cellule del tessuto connettivo coinvolte nel processo di guarigione; appare ampio – solitamente esteso oltre i limiti della ferita – di colore rosso o rosaceo e con una consistenza liscia e dura.
  2. Cicatrice atrofica: derivante da una produzione insufficiente di tessuto cicatriziale che espone il paziente al rischio di riapertura a seguito di traumi o trazioni; si presenta piatta, depressa e discromica;
  3. Cicatrice ipertrofica: spesso confusa con il cheloide poiché come quest’ultimo è il risultato di un sovrabbondante tessuto fibroso, ma in questo caso il rilievo è limitato entro i confini della lesione, quale appare rossa quando è immatura, biancastra quand’è giunta a maturazione; non di rado si accompagna a una sintomatologia pruriginosa e talvolta a dolore locale.

Cicatrice ipertrofica: i fattori predisponenti

Esistono fattori che, singolarmente o contestualmente, possono indurre una cicatrice a un’evoluzione patologica. Nel caso delle cicatrici ipertrofiche, tali fattori sono:

  • il genere, le donne sembrerebbero essere più soggette degli uomini;
  • l’etnia, l’incidenza è maggiore in africani e asiatici;
  • la familiarità, intesa come predisposizione genetica;
  • la sede corporea interessata, ci sono infatti aree del corpo umano maggiormente inclini a queste formazioni, come lo sterno, il deltoide o i lobi auricolari;
  • le eventuali complicazioni durante la cicatrizzazione, come le infezioni che alterano e ritardano il processo di guarigione della ferita.

Cicatrice ipertrofica: i rimedi

Quando una cicatrice ipertrofica è ancora attiva e non ancora maturata può essere curata e/o contenuta. In ambito fisioterapico, esistono varie tecniche per il trattamento delle cicatrici gonfie e in rilievo. La scelta tra i seguenti approcci dipende dal grado di consolidamento delle cicatrici ipertrofiche:

  • ultrasuonoterapia, da utilizzare in modalità pulsata su una fibrosi nuova, ovvero nella fase iniziale di cicatrizzazione;
  • tecarterapia, da fare a temperatura e frequenza basse per ammorbidire e riassorbire il tessuto cicatriziale; si raccomanda di evitare questa tecnica nei casi di cicatrice infiammata;
  • kinesio taping, consente di aumentale lo spazio interstiziale, aumentare il drenaggio venoso e quello dei capillari linfatici;
  • onde d’urto, stimolano la produzione enzimatica, nello specifico la collagenasi, capace di degradare le fibre di collagene deformate e disorganizzate tipiche dei tessuti fibrotici e cicatriziali.

Nei casi di cicatrice ipertrofica matura, la correzione avviene chirurgicamente, mediante asportazione e sutura di tipo intradermico, ovvero senza punti sulla pelle. Se particolarmente estesa potrebbe rendersi necessario ricorrere all’espansione cutanea.

Cicatrici ipertrofiche: come prevenirle

Per favorire una rapida e ottimale riparazione della lesione cutanea e quindi evitare la creazione di una cicatrice patologica, si consigliano:

  • i massaggi connettivali, che consiste nel sollevamento e nella frizione della cicatrice gonfia tra pollice e indice con l’aiuto di specifici unguenti (per esempio, l’olio essenziale di camomilla, con proprietà emolliente, lenitiva, antinfiammatoria eantipruriginosa);
  • l’elastocompressione, mediante indumenti elastocompressivi che oltre a proteggere l’area danneggiata evitano l’innalzamento del tessuto.
  • il gel 100% silicone medicale, da applicare con costanza per supportare la produzione di collagene e ottenere così cicatrici morbide, piatte e meno visibili.