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Camminare scalzi

Camminare scalzi: rischi e benefici secondo l’ortopedico

Esistono condizioni e situazioni in cui camminare scalzi apporta notevoli benefici per la salute. Al tempo stesso, ne esistono altre in cui, al contrario, può essere controproducente. Scopriamo, nel dettaglio, cosa suggerisce l’ortopedico.

 

 

Camminare a piedi scalzi: 9 motivi per cui fa bene

Esclusi alcuni casi specifici, camminare scalzi fa bene, al punto che ne è nato un vero e proprio stile di vita, noto come barefooting o gimnopodismo. I suoi praticanti non indossano calzature durante le comuni attività quotidiane. Scelta, questa, che:

  1. migliora l’equilibrio e la stabilità del corpo;
  2. migliora la postura e previene l’insorgenza di dolori posturali;
  3. rafforza la muscolatura dei piedi;
  4. migliora la microcircolazione;
  5. riduce i gonfiori;
  6. stimola la pianta dei piedi come nella riflessologia plantare;
  7. riduce calli e duroni;
  8. rafforza il sistema immunitario;
  9. funge da antistress naturale.

 

 

Camminare a piedi nudi: 2 disturbi per cui è utile

Per alcune problematiche muscolo-scheletriche, camminare scalzi può divenire addirittura una forma di terapia. Ossia, nel caso di disordini posturali e per i piedi piatti nei bambini.

 

1. Disordini posturali

Camminare scalzi significa permettere alla colonna vertebrale di ritrovare la sua postura naturale. I piedi, creati per sorreggerci, sono in grado di adattarsi e compensare le asperità della superficie che stanno attraversando. Le scarpe, al contrario, ne riducono la sensibilità e ciò si riflette sull’andatura, condizionata, e dunque più rigida e incerta.

Coi piedi nudi la colonna vertebrale viene alleggerita del peso corporeo e ne guadagna mobilità, cosicché i dischi intervertebrali non perdano la loro elasticità.

Si tratta, quindi, di una pratica che è, al tempo stesso, riabilitativa e preventiva. È, infatti, sia un buon esercizio di rieducazione posturale utile ad alleviare il dolore e la rigidità a schiena, ginocchia e anche, sia un’efficace tecnica atta a contrastare l’insorgenza di alterazioni strutturali.

 

2. Piedi piatti nei bambini

Per piede piatto si intende una determinata conformazione del piede, caratterizzata dall’appiattimento della volta plantare. Ovvero, quando l’arco interno è ridotto o inesistente.

Al momento della nascita il piede è naturalmente piatto. Con la crescita, intorno ai 12-13 anni, si raggiunge la configurazione definitiva. Camminare a piedi nudi agevola questo processo di maturazione.

È sempre comunque opportuno fare una visita ortopedica per scongiurare squilibri muscolari e alterazioni ossee o, nel caso, per intervenire tempestivamente.

 

 

Camminare scalzi: 3 luoghi consigliati

L’ortopedico consiglia di muoversi a piedi nudi:

  1. sulla sabbia;
  2. sull’erba;
  3. sui terreni sconnessi.

Ad accomunare queste 3 superfici naturali è la possibilità di:

  • ammortizzare gli urti;
  • scaricare parte del peso corporeo a terra;
  • stimolare il controllo e la flessione del piede, sia in estensione che nei movimenti laterali.

Camminare scalzi in casa, invece, su una superficie rigida qual è il pavimento, implica un carico maggiore sui piedi. È, quindi, considerato inefficace.

 

 

Camminare scalzi: quando è da evitare

Si sconsiglia di camminare a piedi nudi se affetti da:

  • diabete, per cui vi è un’estrema sensibilità della cute, soprattutto agli arti inferiori che corrono quindi il rischio di lesioni;
  • patologie articolari croniche, come la tallonite o la fascite plantare.